Fumo sopra il Mar Egeo
Secondo il Servizio antincendio ellenico, a partire dal 22 giugno sono scoppiati diversi incendi boschivi sull'isola greca di Chíos, in condizioni di rischio incendio “molto elevato”. Gli incendi, alimentati da forti venti, sono cresciuti rapidamente e hanno portato all'evacuazione di più di una dozzina di comunità.
Secondo il Copernicus Emergency Management Service (CEMS), al 23 giugno gli incendi avevano bruciato circa 2.200 ettari (5.400 acri). Quella mattina, il MODIS (Moderate Resolution Imaging Spectroradiometer) del satellite Terra della NASA ha acquisito questa immagine. Forti venti hanno trasportato il fumo verso sud-ovest attraverso il Mar Egeo.
Un'altra indicazione dei modelli di vento dell'area è visibile sulla superficie del mare. Le isole possono bloccare, rallentare e reindirizzare il flusso d'aria, facendo sì che la superficie dell'acqua sul lato sottovento diventi in alcuni punti increspata (scura) e in altri calma (luminosa). Le aree luminose sono quelle in cui le superfici d'acqua lisce e speculari hanno riflesso la luce del sole direttamente sul sensore satellitare, un fenomeno ottico noto come sunglint.
Il 26 giugno il fumo si era diradato e il CEMS ha riferito che gli incendi erano sotto controllo. Le mappe indicano che tra il 22 e il 25 giugno gli incendi hanno bruciato circa 4.800 ettari (12.000 acri) in tutta l'isola, colpendo soprattutto arbusti e terreni coltivati.
Lo stato di emergenza dichiarato il 23 giugno si estende per un mese, mentre le autorità continuano a gestire la situazione e a valutare i danni. Delle centinaia di vigili del fuoco inizialmente inviati per combattere le fiamme, molti sono rimasti sull'isola per evitare che si riaccendano.